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Voci che sussurrano

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Voci che sussurrano

Si è concluso, allo scadere del 28 febbraio, il concorso letterario promosso da questa rubrica. Probabilmente penalizzato dalla contemporaneità con “nella rete del giovane Holden” i partecipanti non sono stati numerosi come ci saremmo aspettati… ma questo, comunque, anche se ci rattrista, nulla toglie a chi ha deciso di prendere di petto la propria ispirazione e comporre il proprio racconto. Anzi.
E quindi, per queste persone, come annunciato, istituiremo una piccola commissione di giudicanti esterni alla redazione di KULT Underground, e nel giro di uno o due mesi proclameremo il vincitore, pubblicando in classifica i tre lavori migliori. Abbiamo già avuto offerte da volontari esaminatori, che valuteremo, e ci terremmo che la commissione fosse composta da non più di cinque persone, magari di estrazione culturale diversa, e di differente età. Se siete interessati (e non avete partecipato, nè siete mamma papà fratello sorella o miglior amico di uno qualunque dei partecipanti) mettetevi pure in contatto con noi attraverso i soliti canali di internet.
Siete curiosi?
Beh, sicuri di non deludervi vi chiediamo solo un po’ di tempo tecnico per organizzare con tutti i crismi la situazione… e nel frattempo, oltre a proporvi nella sezione HOLDEN i quattro vincitori del concorso, vi proporremo, come ultimo lavoro di ogni mese, qualcuno dei non premiati.
Ma cominciamo, ovviamente, con chi si presenta soltanto per voi, lettori di SUSSURRI…

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Questo mese apre la parte dedicata alla poesia Un volo di Cesare
Mortera, testo per così dire “circolare” dal ritmo allegro, e dal tema già trattato della donna amata. Tecnicamente semplice ed avvincente, mantiene, come di consueto per questo autore, un ottimo livello qualitativo per quanto riguarda la scelta dei singoli vocaboli e un buon livello anche per quello che riguarda la dinamica dei versi. Le immagini che Cesare riesce ad evocare sono sempre, in qualche modo,
“new age”, e si impongono spesso per la loro originale interpretazione di situazioni comuni.

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Nuova apparizione sulle nostre pagine è Sapphire, autore in lingua inglese, che propone come suo primo lavoro un opera corta, ma dal ritmo caldo e intrigante: Red. Intenso canto di passione notturna, questo testo mostra una discreta densità espressiva: l’assenza del verbo “erano”, sottinteso nella sequenza di metafore, la “carnosità” dei termini scelti, il climax e la svolta finale, tutto rende gradevole questo breve passaggio, facendo sorgere un piccolo momento di curiosità sull’autore, e sulla sua eventuale rinnovata presenza sulle nostre pagine.

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Secondo testo in lingua inglese, fornito comunque con traduzione in italiano, è Will come di Untold Evening Tales. Poesia semplice ma discretamente articolata che, soprattutto nel testo in lingua, tenta di utilizzare il suono delle parole come “veicolo” per sensazioni, mediando tra significato e “significante” per ottenere una breve
“canzone” dai toni accesi e dal gusto agrodolce. Untold Evening Tales, che, come ricorderete ha alternato nell’ultima produzione poesie in inglese ed in italiano, dimostra una volta ancora il suo desiderio di sperimentazione, che, però, quasi mai sfocia in “prove ultramoderne”, preferendo sempre un suono classico, o comunque composto ed articolato.

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The dark tide è la terza poesia che SUSSURRI vi propone questo mese destinata anche al pubblico non italiano. Chamaleon si presenta per la prima volta sulle nostre pagine con un testo breve ma carico di colore e di intensità che vi farà sicuramente ritornare con la mente a qualche passaggio rock o blues: ben studiata la forma, ottima l’assonanza e la “rima” baciata, cruda la trama, rapida e breve, ma piacevole e organizzata in un piccolo “canto” che si conclude cinicamente con una piccola citazione.
Sicuramente un’ottima “opera prima”, se, come ci auguriamo, era interesse dell’autore aprirsi la strada per iniziare un cammino con noi di un certo tipo: le atmosfere cupe che prendono spazio in questo testo pur essendo classiche non sono ovvie, e nel complesso ritengo di sicuro interesse questo breve passo.

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Terminato lo scorso mese Windword Apocalypse eccoci ripartire con un’altra opera lunga di Mia Preti: Oasis: Labirint Mind. Chiamare questo testo una “raccolta di poesie a tema” è forse un po’ limitativo, ma comunque rende l’idea: l’anima dello scritto deve essere ricercata nell’insieme dei brevi passaggi, cercando di cogliere le varie immagini fino a ricomporre una visione complessiva unica.
Nei primi due pezzi proposti questo mese l’oceano, l’acqua, la fluidità sono un tema dominante: la nostra strada va seguita fino in fondo anche se la contingenza spesso ci porta a riflessioni e pensieri tristi. La speranza che l’autrice manifesta, la determinatezza delle decisioni che l’io narrante propone aggiungono altri tasselli al quadro che i lettori di SUSSURRI stanno cercando di farsi di lei, e nel complesso, arricchiscono una già buona opinione che la sta presentando, mese dopo mese, come una scrittrice abile, cosciente, e con uno stile immediato e fluido.

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Treocchi di Marco Giorgini è un opera ipertestuale composta da quattro brevi parti: tre vagheggianti divagazioni su tempi diversi dei sentimenti, incorniciate da un passaggio in tre strofe che ne fa da
“porta”. Un’immagine creata appositamente aggiunge leggermente colore all’intera opera.

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Ivo lo Sgombracantine di Alberto Angelici è uno splendido racconto ambientato a Bologna che mostra ancora una volta una maturità artistica notevole di questo autore. Racconto “alla Sciascia”, come commistione tra introspezione dei personaggi, “denuncia sociale”, e pacate azioni. Il personaggio chiave, Ivo, è un “protagonista passivo”: su di lui il narratore ricama uno spaccato di vita, un piccolo schizzo dei viali di una zona centrale della città, per poi lasciare uscire la storia come all’improvviso, tra una descrizione e l’altra. E la storia prende velocemente il sopravvento su Ivo, ghermendolo sempre di più, fino ad annullarlo ancor prima della fine, lasciandone solo il ricordo per gli ultimi passaggi.
L’analisi finale, quasi da romanzo giallo, che il narratore compie è una chiusura sapiente, che corona perfettamente la descrizione del
“teatro” della vicenda, colpendo per la sua plausibilità.
Testo sicuramente da non perdere, sia per la ricchezza e l’efficacia delle descrizioni, sia per la trama, ben congeniata ed equilibrata, che ricorda piacevolemente (e forse in meglio) quella di “Vittoria ed il ragioniere”, proposto il mese scorso.

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Come annunciato durante la breve introduzione, l’ultima opera presentata in SUSSURRI appartiene alla folta schiera del concorso
“nella rete del giovane Holden”. Questo primo mese abbiamo deciso di presentarvi La casa di Bertani Mauro, kafkiano racconto, egregiamente diretto e ben calibrato da un giovane autore sicuramente non nuovo a presentazioni di questo tipo. Il tema del disagio giovanile è forse non troppo evidente, reso metafisico dall’immagine della casa, ma nel complesso il testo, diviso in dodici sezioni, è sicuramente gradevole ed interessante.

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Buona lettura!

Marco Giorgini

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