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Inter…che?

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Inter… che?

Fino a qualche anno fa, il computer era per me, un simpatico aggeggio che s’accendeva come la televisione, attaccando la spina, ma poi non trasmetteva “Beverly Hills” nè alcun telefilm interessante, solo una programmazione alquanto noiosa di sfilze di numeri.
In seguito mi hanno spiegato che con quel bianco e vagamente minaccioso attrezzo era possibile preparare la tesi di laurea o anche, per chi avesse un po’ di tempo libero a disposizione, trascrivere tutti i libri della propria biblioteca in ordine alfabetico (l’utilità di quest’ultima operazione mi è sempre sfuggita). Mi attraeva molto di più l’opportunità offerta, di elaborare romanzetti rosa: facilissimo, si inserisce un programma tipo “Lui, bruno occhi verdi – Lei, modella alta bionda – fondale esotico – rivale di lui cinico-miliardario”, ed ecco che il magico cervellone sforna in quattro e quattr’otto un centinaio di pagine strappalacrime.
Stavo già carezzando l’idea di diventare la nuova Liala telematica, allenandomi quotidianamente con estenuanti puntate di “Santa Barbara”,
“Quando si ama”, “Beautiful”, + tragicomiche soap-opera brasiliane, quando mi è piombata fra capo e collo la faccenda di INTERNET.
Devo dire che mi sono impadronita brillantemente della situazione, e ho subito scartato l’ipotesi, avanzata dalla mia compagna di camera, che si trattasse di una sezione più intellettuale della squadra dell’Inter; ma per un po’ di tempo ho avuto l’idea che fosse una rete pornografica, una sorta di Playboy inter-spaziale, a cui si collegavano nottambuli frustrati, scambiandosi fra loro ambigui messaggi in codice.
Quando poi ho effettivamente conosciuto un “navigatore” (notate la non chalance con cui utilizzo i termini tecnici) di questi oscuri circuiti, gli amici mi hanno messo in guardia: “Stai attenta: Sotto l’apparenza di bravo ragazzo, potrebbe nascondersi un maniaco virtuale!”.
L’insinuazione mi ha lasciato perplessa, ma ho riflettuto, che bisogno c’è di tante diavolerie cyber-inter-vattelapesca-telematiche per vedere due tipe senza vestiti, non basta collegarsi tramite telecomando con qualche banalissima trasmissione su Rete A o Tmc, verso le 2 di notte, o con qualche banalissima videocassetta del genere “Mio marito davanti, tutti gli altri dietro”, “Aurora sborreale” e simili? Mah no, in Internet dev’esserci qualcosa di più, forse un mondo di più.
La televisione ormai martella in continuazione con angoscianti spot informatici (“è collegato! si può navigare!”), perfino mia mamma ha preso coscienza della novità (“Ho letto su Donna Moderna che il futuro
è di quell’Internet lì”), insomma, mi vedo davanti un gigantesco indice puntato (tipo quello del poster di Washington, avete presente?
I WANT YOU!) puntato, dicevo, contro di me, contro di noi, attonita popolazione di merde telematiche, di analfabeti del 2000. E sia allora, mangiamo questa minestra: mi farò spiegare i primi rudimenti da mio fratello di 7 anni. A presto, vi terrò informati…

Lorenza Ceriati

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