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Pandemic

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gioco per 2-4 persone
Autore: Matt Leacock
Editore: Z-Man Games (www.zmangames.com)
 
Il nome di questo gioco (assieme all’immagine sulla scatola) non lascia molti dubbi sul tema affrontato: quattro diverse malattie minacciano la sopravvivenza della razza umana e i giocatori sono degli specialisti che viaggiano nei cinque continenti cercando di trovare la cura. L’ambientazione è abbastanza cupa (e la veste grafica va in quella direzione), ma fortunatamente con una tale posta in palio i giocatori non sono in competizione tra loro: si tratta infatti di un gioco “cooperativo”, ovvero una tipologia nella quale tutti i giocatori collaborano e vincono (o perdono, in questo caso spesso) tutti assieme, cercando di sconfiggere il regolamento. Pandemic è un gioco cooperativo “puro”, come in “Novembre Rosso”, “Ghost Stories” o “Space Alert” non ci sono “traditori”: giocatori il cui scopo è quello di far vincere il gioco (presenti invece in “Shadows over Camelot” e “Battlestar Galactica”). E molti di questi titoli sono usciti di recente, a conferma di un trend positivo per questo tipo di giochi.
Nella scatola di Pandemic trovate:
– una plancia con la mappa del mondo, con città e collegamenti. Ogni città è identificata da un colore, che rappresenta uno dei quattro tipi di virus che vi si può diffondere. Vi sono anche spazi per i due mazzi di carte e le due tracce “outbreak” (focolai) e infezioni.
– cinque carte ruolo.
– cinque pedine di legno per i giocatori (forse un po’ troppo grossi, non si sa dove piazzarli).
– sei pedine di legno per indicare i “centri di ricerca”.
– cubetti di legno per le malattie (in quattro colori).
– due segnalini di cartone, per indicare i livelli degli “outbreak” e delle infezioni nelle rispettive tracce sulla plancia.
– quattro segnalini per le cure.
– un mazzo di carte infezione.
– un mazzo di carte giocatore (con città, eventi speciali ed epidemie).
– quattro carte riferimento per i giocatori.
– il regolamento (come in tradizione Z-Man, molto ben realizzato, ricco di illustrazioni ed esempi).
Tutti i componenti sono ben realizzati, robusti e ottimamente illustrati; c’è qualche frase in inglese sulle carte evento speciali, ma sono poche e si imparano in fretta.
La preparazione è un po’ articolata, e va seguita con attenzione: soprattutto nella preparazione del mazzo di carte per i giocatori, che dovrà contenere ad intervalli più o meno regolari le carte epidemia (per una partita facile se ne utilizzeranno quattro, cinque per una partita standard e tutte e sei per il massimo di difficoltà). Pescando nove carte dal mazzo infezioni si stabilisce la diffusione iniziale delle malattie: su tre città andranno tre cubetti, su altre tre città due cubetti e sulle ultime tre un solo cubetto; queste nove carte saranno il mazzo degli scarti. I ruoli assunti dai giocatori vanno estratti a caso ad inizio partita, scelti tra cinque possibilità:
– Dispatcher (“spedizioniere”),
– Medic,
– Scientist,
– Researcher,
– Operations Expert (“costruttore”).
I ruoli non scelti vanno scartati. Come nota di colore, i giocatori partono dalla città di Atlanta (assieme ad un centro di ricerca), ed in effetti là si trova la sede del CDC (“Centers for Disease Control and Prevention”).
Una partita a Pandemic si suddivide in tradizionali turni, che ogni giocatore effettuerà eseguendo quattro azioni. Con un’azione un giocatore può:
– spostarsi secondo varie modalità: seguendo un collegamento, giocando una carta città come destinazione o come partenza (in questo caso può andare ovunque), oppure saltare da un centro di ricerca all’altro. Il Dispatcher come azione speciale può spostare gli altri giocatori nel proprio turno.
– costruire un centro di ricerca: scartando la carta corrispondente alla città in cui uno si trova. L’Operations Expert lo può fare nella città in cui si trova come azione speciale senza bisogno di giocare la carta corrispondente.
– scoprire una cura: se un giocatore si trova in un centro di ricerca e scarta cinque carte dello stesso colore ha scoperto una cura per quella malattia. Lo scopo del gioco è trovare la cura a tutte e quattro le malattie. Lo Scienziato per fare questa azione ha bisogno solo di quattro carte.
– trattare una malattia: rimovendo un cubetto nella città in cui ci si trova. Il Medico come azione speciale può rimuovere tutti i cubetti dello stesso colore. Se è già stata scoperta la cura allora un giocatore normale può rimuovere tutti i cubi di quel colore e il Medico può fare questa azione gratis. Se viene rimosso l’ultimo cubo di un colore dalla plancia e per quella malattia è nota la cura, allora la malattia è “debellata” e non potrà più apparire (le carte infezione di quel colore saranno ignorate).
– condividere informazioni: se due giocatori si trovano nella stessa città, il giocatore di turno può dare la carta della città stessa all’altro giocatore, se la possiede. Il Ricercatore come azione speciale può dare una carta qualsiasi ad un altro giocatore che si trova nella sua città.
Una volta effettuate le quattro azioni a disposizione, il giocatore deve pescare due carte dal mazzo “giocatore” e scartarne se ha più di sette, se tra le due carte pescate c’è una carta “epidemia” allora va gestita in questo modo:
– si pesca una carta infezione dal fondo del mazzo (molto importante questo fattore), si posizionano tre cubetti malattia in quella città e si mette la carta tra gli scarti,
– si rimischiano gli scarti delle infezioni e si mettono sopra al mazzo infezioni (altro fattore importante),
– si sposta il segnalino infezioni in avanti di uno spazio.
Se non si riescono a pescare carte a causa dell’esaurimento del mazzo giocatore, la partita termina immediatamente con una sconfitta. Allo stesso modo si perde la partita se si deve aggiungere un cubetto ma la riserva per quel colore è già tutta sulla plancia.
Dopodiché, a seconda del numero indicato dal segnalino infezioni, si pesca un certo numero di carte infezione dal mazzo apposito, e si aggiunge un cubetto malattia in ogni città indicata; a meno che la malattia non sia stata debellata, nel qual caso la carta va ignorata: attenzione, la malattia si può propagare anche se è già stata trovata la cura (ovvero, c’è una grossa differenza tra trovare la cura e debellare la malattia). Se durante il posizionamento dei cubetti ci troviamo a dover aggiungere un cubetto in una città che ne contiene già tre, allora si verifica un “outbreak”, ovvero:
– si sposta il segnalino “outbreak” avanti di uno spazio,
– invece di aggiungere un cubetto nella città indicata, se ne aggiunge uno in ogni città confinante (eventualmente causando altri “outbreak” a catena).
Attenzione che all’ottavo “outbreak” la partita termina immediatamente con una sconfitta.
Le regole possono sembrare articolate (soprattutto per la quantità di azioni a disposizione) ma si apprendono molto in fretta grazie al fatto che si tratta di un cooperativo, per cui si possono discutere tutte le possibilità con gli altri giocatori.
Una partita a questo gioco non dura mai più di un ora (e le prime partite tendono a finire molto in fretta, con sonore sconfitte). In effetti Pandemic è difficile (anche senza giocarlo al massimo livello) e ci vogliono alcune partite per affinare la strategia e dare del filo da torcere “all’avversario”; per vincere ci vuole un po’ di tutto: strategia, collaborazione, intuito, memoria e un pizzico di fortuna, oltre che riuscire ad essere convincenti se si vuole che la propria strategia si imponga su quella degli altri (a meno che la vostra non sia una pessima strategia, nel qual caso è meglio non essere convincenti).
I difetti di questo gioco possono essere riassunti in quelli tipici di un cooperativo: se non si è propositivi si rischia di seguire le indicazioni degli altri giocatori (o di un solo giocatore) e non partecipare veramente al gioco; con l’esperienza si possono sviluppare strategie vincenti e quindi può diminuire la rigiocabilità (e a questo proposito è già in cantiere un’espansione); ed infine, può non piacere a chi cerca nei giochi un minimo di competizione (e probabilmente non piacerà nemmeno a chi è appena uscito dall’influenza).

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