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She’s back

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SHE IS BACK

– E’ TORNATA –

Magari starete pensando ad un errore nel titolo. Nessun errore, è semplicemente la versione al femminile della formula utilizzata per pubblicizzare il ritorno alla boxe di Mike Tyson.
Questo mese di agosto ha segnato il ritorno al tennis giocato di
Monica Seles. Il tutto è avvenuto a Toronto, dove la giovane tennista era chiamata a soddisfare la curiosità degli appassionati. Come sarebbe ritornata? Avrebbe ripreso a macinare punti come avveniva due anni fa? Oppure avrebbe fatto la fine di un illustre collega che risponde al nome di Bjorn Borg? E come avrebbe reagito psicologicamente al ritorno in campo?

Per fare un po’ di ordine è forse meglio partire dai motivi che hanno indotto all’abbandono della campionessa.
Il 30 aprile 1993 ad Amburgo durante i quarti di finale del torneo
(giocava contro Magdalena Maleeva) avvenne un fatto sconcertante. Al cambio di campo Guenter Parche (un 40enne, supertifoso di Steffi Graf)
si avvicinò alla tennista e la colpì alle spalle con un coltello.
Incredibili le sue giustificazioni. Voleva colpire la Seles per toglierla di mezzo e consentire alla sua beniamina di ritornare al primo posto delle classifiche mondiali.
Per fortuna la ferita non fece grossi danni a livello fisico, ma causò gravi scompensi a livello psicologico. Come non capire. Il tennis è uno dei pochi sport dove la violenza è pressochè sconosciuta. Il pubblico è a diretto contatto dei giocatori e questi non hanno nulla da temere. Quel giorno qualcosa è cambiato, tanto che furono introdotti alcuni addetti della sicurezza attorno al rettangolo di gioco.
Monica Seles il 30 aprile 1993 era la numero 1 mondiale e aveva collezionato la bellezza di 8 titoli del grande Slam in 3 anni. A soli
20 anni era già la dominatrice della scena tennistica mondiale.

Poco sopra ho fatto riferimento al ritorno di Bjorn Borg che fu un vero e proprio fallimento. Il tutto avvenne a Monaco, sulla terra rossa, dove lo svedese si dovette arrendere allo spagnolo Arrese. Ma il confronto appare improponibile per vari motivi. Borg si ritirò a 26 anni e rientrò alla non tenera età di 34 anni (non tutti sono come
Connors). Stare fermi 8 anni non è come stare fermi 2 anni. In quegli anni poi cambiarono tante cose (i materiali delle racchette) e Borg rientrò trovando un gioco completamente cambiato (soprattutto come velocità). Bisogna anche dire che il tennis maschile è più livellato
(al contrario del tennis femminile dove le prime 3-4 giocatrici cominciano a sudare dalle semifinali). Quindi si potevano escludere a priori le difficoltà incontrate dal campione svedese.

A questo punto le uniche difficoltà che poteva incontrare la Seles erano di tipo psicologico. Il primo approccio l’ha avuto nell’incontro esibizione con Martina Navratilova dove più che il risultato contava l’impatto con il pubblico.
Il test andò molto bene, ma la vera misura della forza della nuova
Monica Seles poteva essere dato solo da un torneo più importante.
L’occasione era data dal torneo di Toronto dove risultavano iscritte tenniste importanti come la Graf e la Pierce che avrebbero senz’altro messo a dura prova Monica.
Ma già al primo turno la Graf si faceva eliminare dalla Coetzer, la
Pierce seguiva la stessa sorte poco più avanti. Tutto questo mentre la
Seles dava una dimostrazione di potenza incredibile “distruggendo” le avversarie. Questi i risultati:

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Canadian Open ’95

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2 turno, vs Kimberly Po: 6-0, 6-3
3 turno, vs Nathalie Tauziat: 6-2, 6-2
Quarti, vs Anke Huber: 6-3, 6-2
Semifinale, vs Gabriela Sabatini: 6-1, 6-0
Finale, vs Amanda Coetzer: 6-0, 6-1
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Dando un’occhiata ai numeri si vede come la Seles abbia lasciato alle sue avversarie solo 14 giochi in 5 partite. Per vincere il torneo ha avuto bisogno di 74 giochi complessivi e di solo 4 ore e 40 minuti (56 minuti per ogni match)
Anche se non ha incontrato la Graf o la Pierce, ha incontrato e dominato la tennista che le ha battute, ha letteralmente “schiacciato” la bella Gabriela. Guardando i numeri sembra che il tempo si sia fermato, questi numeri sono infatti troppo simili a quelli cui ci aveva abituato.
Certo il cammino della Seles per rientrare agli alti livelli cui era giunta due anni fa è ancora lungo. La tennista anche se è considerata numero uno a pari merito con la Graf, ha la classifica azzerata è deve ricostruirsela riprendendo a macinare punti come lei sa ben fare.

Quando leggerete queste righe saremo in pieno Flushing Meadow, un torneo che potrebbe regalarci una bella finale Seles-Graf. Sarebbe il modo migliore per girare una delle più brutte pagine del tennis.

Tonyk

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