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Castle

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A metà tra The Mentalist, Women Murder’s Club e Magnum PI, è iniziato qualche giorno fa un nuovo telefilm americano della ABC che, se vi piacciono i telefilm con poliziotti&delitti, forse è il caso che vi segnate. Il titolo (Castle) si riferisce non tanto all’eventualità di un qualche castello sperduto nella brughiera, quanto al nome del protagonista Richard Castle, autore di best seller in un momento di crisi creativa, con una ex moglie che gli fa anche da manager, una mamma (forse un po’ troppo allegra) che vive a casa sua, e una bella figlia adolescente, che sembra passare tutto il suo tempo a studiare. Se, come è capitato a me, penserete dopo le prime scene che l’affascinante scrittore vi ricordi qualcuno di già visto, sappiate che Nathan Fillion NON è Ethan di LOST (ha comunque fatto parte del cast anche se per una sola puntata), ma è il super cattivo Caleb di Buffy (settima stagione) e (soprattutto) è Malcolm di Firefly.  
Ma di cosa parla Castle? La trama di per sé non è troppo originale: la polizia (di New York) si avvale di uno specialista esterno per risolvere alcuni casi. Uno specialista che non è ovviamente un poliziotto, ma che sa come muoversi per risolvere i casi meglio dei professionisti. Su questo “scheletro”, in Castle ci aggiungiamo che il supervisore dell’irruento Richard Castle è la detective Kate Beckett e tra i due scatta subito un po’ di tensione emotiva. In primis perché Richard è lo scrittore preferito di Kate, e in secondo luogo perché Richard ci prova spudoratamente con l’apparentemente fredda poliziotta.
Nel primo episodio si parla poi di un copy-cat, di un presunto serial killer che uccide le sue vittime ricalcando quanto l’autore ha scritto in alcuni dei suoi romanzi. Ma questo è solo il modo per fare entrare nella squadra di polizia questo interessante esterno, che ha amici altolocati (da del tu al sindaco), e che gioca a poker con alti grossi nomi del thriller americano.
Rispetto a The Mentalist il tono complessivo qui è più leggero (almeno in questa prima puntata) ma la quarantina di minuti di “Flowers for your grave” (titolo della puntata e di uno dei best seller di Castle) scorrono veloci e gradevoli, con gli attori che supportano egregiamente una bella storia “gialla”, facendo presagire bene per gli alti quattro (credo) episodi in produzione.
 

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