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Generazione McDonald’s – Francesca Mazzucato

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Marlin Editore (Napoli, 2008)
pag. 196, euro 13,50
 
Un romanzo attuale, non un’opera d’attualità. Per chi avesse dimenticato che McDonald’s è una multinazionale da boicottare, la scrittrice Francesca Mazzucato con la storia di Marcello lo ricorda. E, grazie a questo suo importante ultimo libro, Generazione McDonald’s, la Mazzucato ci permette d’entrare nelle viscere della catena, ovvero nelle catene, cioè dentro le storie dei dipendenti. Il romanzo è un’avventura nel profondo significato del marchio. Le colpe stanno nella gestione del personale, nell’acquisizione della vita del lavoratore. Le colpe sono nella qualità dell’offerta. Le colpe sanno del puzzo del compleanno festeggiato in una famiglia artificiale, nei palloncini piazzati nel fast food, nell’illusione della felicità che poi sarà il fenomeno, pratico e praticato, che produce fra le altre cose tonnellate d’obesità. Francesca Mazzucato, questa volta, pesca una storia vera e – per la prima volta in assoluto – offre un romanzo che ci consente di leggere (attraverso una trama coperta d’altre vicissitudini) cosa diamine è veramente la McDonald’s. Gli occhi di Marcello permettono di vedere tutto l’ingranaggio. Marcello, il giovane Marcello vede in quel lavoro la possibilità di sconfiggere un’inerzia condizionata dal non sapere che strada cominciare dopo aver studiato. La risposta, dunque, la offrono quelli dei tanti colori e tristi e dei panini a secchiate. Il percorso dell’opera presenta personaggi simpatici, a partire dai genitori del protagonista e passando per il marchettaro Tiki, che fanno conoscere mondi non sempre visti dalla realtà sotto la forma di norma. I dialoghi di Generazione MacD. hanno la buona qualità di saper garantire scorrevolezza e aspetti a prima vista secondari. A piccole dosi, in ogni passo, la scrittrice che aveva da poco dato alle stampe il bellissimo “Kaddish”, è brava nel raccogliere indiscrezioni e cose discrezionali per far sentire tramite una storia il costante lavoro di un logo. I loghi, sappiamo con certezza, sono capaci di trasformare la società e si trasformano per fregare la società tutta. Fra i risultati, lo stato attuale del mondo. Il libro, però, non è un testo politico. Ma diventa un testo politico quando fa andare i sentimenti d’una parte dell’umanità attraverso i meccanismi per esigenza vissuti. I sentimenti dei giovani che fanno da ricambio di braccia, costituiscono il fulcro del romanzo. E questo è il tassello che spiega un romanzo perfettamente posizionato nella letteratura.

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